L'Unione sovietica e la tecnologia militare occidentale negli anni Trenta

Dott. David Burigana

Università di Firenze

Abstract

Effettuata non tanto dalle esperienze quanto dalle delusioni incorse nella dimensione tecnica della Zusammenarbeit, la cooperazione militare segreta con la Reichswehr, la ricerca sovietica in Occidente di tecnologia per il settore degli armamenti ebbe modo di sfruttare l'abbrivo dei "cordiali" rapporti stabiliti con l'Italia nella seconda metà degli anni Venti, del ristabilimento delle relazioni diplomatiche con la Gran Bretagna nel dicembre 1929, del rapprochement in atto con la Francia dall'autunno 1932, dei negoziati con gli Stati Uniti per il riconoscimento.
Nei loro contatti, i sovietici seguirono delle modalità collaudate. L'approccio" poteva concretizzarsi tramite l'invito rivolto a singoli imprenditori o a loro delegazioni a visitare la Russia per poi proporre la costruzione d'impianti faraonici o commesse per quantità inverosimili. Il "contatto" poteva avvenire inoltre con lo scambio di missioni tecnico-militari durante le quali i militari sovietici estraevano a sorpresa una sorta di nutritissima "lista della spesa". Si chiedeva l'impossibile per portarsi a casa l'indispensabile. Una volta firmato il contratto per una commessa con o senza l'eventuale consulenza tecnica, giungevano presso le ditte incaricate le missioni di controllo dei materiali e di collaudo dei pezzi ordinati, oppure nella migliore delle ipotesi ingegneri e tecnici in stage. In entrambi i casi, avveniva uno strano e quasi impercettibile effetto "gonfiamento": il personale sovietico coinvolto nel progetto, nella cooperazione, aumentava grazie ad un turnover scientemente diluito.
I sovietici venivano in tal modo a realizzare l'obiettivo che si erano posti con l'attrarre prima i tedeschi che fuggivano le clausole di Versailles, poi gli occidentali che rincorrevano il miraggio di "grandi affari" o più semplicemente fuggivano la crisi. Inizialmente avevano tentato la via degli impianti da installare in Russia, gestiti in una prima fase dagli stessi "capitalisti" per poi rilevarli. In seguito, i sovietici partirono a caccia non di grandi quantitativi di armi ma di semplici specimen accompagnati dalle relative cianografie per poterli riprodurre grazie ad un technical aid per mezzo dello scambio di personale volto ad acquisire quel know-how indispensabile ad una funzionale linea di produzione di un pezzo che mai avevano né concepito né prodotto. Si carpivano in questo modo i "segreti" di una progettazione e di una lavorazione che altrimenti non si sarebbero che dovuti intuire dallo studio in laboratorio degli esemplari acquistati con il rischio di non poter contare sulla certezza del risultato ma solo, in ogni caso, su di una rilevante perdita di tempo.
Questa ricerca di tecnologia nei paesi "capitalisti" non ebbe inizio né solo con i primi risultati negativi della Zusammenarbeit, né con l'affermarsi, sul finire del 1933, della minaccia nazista o di quella giapponese in Manciuria, né ancora la si può associare esclusivamente al "war scare" del 1927, né all'inserzione del settore bellico nel primo Piano Quinquennale. Fu subito dopo le esperienze tattiche e politico-strategiche della guerra russo-polacca che divenne imprescindibile la naturale necessità di dotarsi di quell'apparato bellico-industriale che era mancato alla Russia zarista.
Certo, quelle stesse modalità che avrebbero applicate con gli occidentali, furono sperimentate dai sovietici per la prima volta nel quadro delle relazioni militari segrete con la Reichswehr, ed anzi il terreno tecnico-industriale ne fu la prima tappa con il contratto negoziato nel 1920-'22 con la Junkers per l'installazione dell'impianto di Fili, poi con la ditta chimica Stolzenberg per la fabbrica di Bersol, infine con la licenza di riproduzione ottenuta dalla BMW per il suoi motore aeronautico n° 6 base di successivi sviluppi.
Fra i successi più rilevanti, escludendo la strumentazione di precisione quali telemetri, periscopi, puntatori di lancio, oltre alla fabbrica di Fili per i bombardieri pesanti TB3 già comunque superati allo scoppio della guerra, e al noto impianto di cuscinetti a sfera del gruppo Fiat per i tank si deve ricordare il sistema di sospensioni a barre di torsione dell'americana Christie che influenzò lo sviluppo dell'arma corazzata sovietica fin dopo la Guerra, così come del resto gli analoghi mezzi inglesi e statunitensi ; nel settore aeronautico, lo sviluppo dei motori con il BMW n° 6, lo Jupiter della francese Gnome & Rhone, l'ASSO dell'Isotta Fraschini, nonché lo studio degli idrovolanti con la cooperazione della SIAI; per la cantieristica navale, fondamentale dovrebbe essere stato il contributo fornito da Ansaldo e Odero-Terni-Orlando con i progetti di un incrociatore da 42.000 tonn. E di un cacciatorpediniere da 4.000 tonn. Con i relativi apparati propulsori, oltre alla commessa di due piccole unità costiere da 850 tonn., con la consegna poi del cacciatorpediniere Tashkent che influenzò le successive classi Kirov e degli anni Cinquanta; nelle armi navali, le torri trinate della francese Schneider e i contatti avviati negli Stati Uniti per pezzi da 406mm, oltre che per i siluri le commesse e la consulenza della Whitehead e del Silurificio Italiano.
Grazie alla loro sapiente ma, almeno per inglesi e francesi, anche prevedibile tecnica d'approccio al mondo capitalista ed alla sue regole commerciali, i sovietici acquistarono progetti, consigli, idee, un savoir-faire che li avrebbe aiutati non solo a gettare le basi del loro apparato militare negli anni Trenta, o a perfezionarne lo sviluppo, ma a porre il loro establishment tecnico-militare nelle migliori condizioni, una volta iniziata la "Guerra patriottica", per sfruttare i contatti tessuti nel decennio precedente con quei "colleghi" capitalisti che avrebbero per la maggior parte rivisto nuovamente a Mosca nelle fila delle missioni di collegamento inglese e americana.

 

La documentazione impiegata:
- Italia: Archivio del Ministero degli Affari Esteri, Archivio Centrale dello Stato, Archivio dell'Ufficio Storico dell'Esercito, Archivio di Stato di Trieste;
- Francia: Archives du Ministère des Affaires étrangères, Archives nationales, Service Historique de l'Armée de Terre, Service Historique de l'Armée de l'Air, Service Historique de la Marine, Direction générale de l'Armement;
- Gran Bretagna: Public Record Office per le serie Foreign Office, War Office, Air Admiralty. CAB per l'Industrial Intelligence Centre
- Stati Uniti: volume dei FRUS Soviet Union 1933-'39

Da consultare:
- Italia: Archivio dell'Ufficio Storico della Marina, Ansaldo, Cantiere navale F.lli Orlando, Fondazione Fiat, Associazione ex-lavoratori SIAI-Marchetti
- Gran Bretagna: Vickers-Armstrong
- Stati Uniti: National Archives per i files sui contatti della fine degli anni Venti con le ditte di precisione e della sommergibilistica, nonché per le commesse dei pezzi da 406mm.